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Questo non è un articolo in cui si elencano una serie di ricette utili per far mangiare i broccoli ai vostri figli o nipoti, no no. Lo scopo di questo articolo è raccontarvi la mia esperienza da mamma di una figlia di 2 anni e darvi qualche consiglio su come cucinare con i bambini, appunto. Come coinvolgerli, farli divertire e farli appassionare a quel ricorrente momento della vita in cui, inevitabilmente, si finisce ai fornelli. Ma perché dover coinvolgere i nostri bambini nelle attività di cucina? Toccare, conoscere e manipolare gli alimenti permette ai bambini di entrare in contatto diretto con ciò che finisce a tavola. Partecipare con consapevolezza alla preparazione di un piatto, potendone seguire lo sviluppo, accresce in loro la curiosità nell’assaggiare. Inoltre, preparare loro stessi un piatto che poi mangeranno gli darà grandissima soddisfazione.
Al mio segnale, scateniamo l’inferno
Naturalmente ci sono dei pro e dei contro, come per tutte le cose. I bambini che si mettono ad armeggiare con gli alimenti finiscono quasi sempre per:
- Sporcare se stessi
- Sporcare i vestiti che indossano
- Sporcare il pavimento
- Sporcare tutto ciò che è a tiro
Ma questo vale anche per tutto il resto delle attività in cui i nostri marmocchi sono coinvolti, ed è piuttosto inutile elargire raccomandazioni dalla dubbia utilità come “corri ma non sudare”, “gioca ma non farti male”, e compagnia bella. Se è vostra intenzione avvicinare i vostri figli piccoli al magico mondo della preparazione delle pietanze, entrate nell’ottica che quasi mai faranno ciò che vorreste facessero.
Ho parlato di bambini piccoli, perché sono più malleabili, aperti alle novità, e disponibili a stare accanto a mamma e papà. Mi riferisco ad una fascia di età che va più o meno dal post svezzamento all’età della scuola dell’infanzia. I bambini più grandi non possono imparare? Certo, ma per loro non occorre certo una guida! La maggior parte delle volte basta chiedergli “Ti va di cucinare con me?” e attendere la risposta. Questo per dire che i bambini più grandicelli hanno un potenziale di manualità certamente maggiore, sono in grado di eseguire dei compiti e di stare dietro ai punti di una ricetta. Tutto ciò che occorre a loro è semplicemente la voglia di farlo, ed è per coltivare questa voglia che consiglio vivamente di iniziare a farlo già dai primissimi anni di età.
L’importante non è che i bambini eseguano correttamente il compito che gli viene affidato, l’importante è che i bambini vivano l’esperienza come un gioco.
Piccoli compiti per piccole mani
Cucinare, in realtà, è una cosa da grandi, perché implica alcune attività e alcuni oggetti con cui nessun bambino dovrebbe avere a che fare:
- Coltelli
- fiamme vive
- fornelli a gas o induzione
- padelle o teglie bollenti
E anche alcune cose con cui bisogna stare un pò attenti:
- frutta o verdura non lavate
- cibi crudi
- cibi con cui potrebbero soffocare
Se decidete di cucinare insieme ai vostri cuccioli, dovete quindi prendere delle precauzioni. La prima su tutte consiste nel separare adeguatamente i terreni di gioco. La zona ROSSA è la zona della fiamma, della cottura, e del taglio, e appartiene al genitore. La zona VERDE, in cui si mescola, si travasa, ci si sporca e si manipola in tranquillità appartiene al bambino, naturalmente sotto continua supervisione.
Prima di cominciare, prendetevi qualche minuto per preparare tutti gli ingredienti che vi occorrono e riporli in coppette e contenitori. Tenete quelli innocui nella zona verde e quelli potenzialmente pericolosi nella zona rossa, fuori dalla portata.
Ora che siete pronti, potete porvi la prossima domanda: come può aiutarvi un bimbo di uno, due o tre anni? Ricordate che ai bambini piace:
- travasare
- mescolare
- spappolare
- impastare
- mettere e togliere
- assaggiare
Ma soprattutto ai bambini piace lanciarsi in cose nuove e imparare, imparare in continuazione. Quindi non abbiate paura nell’affidarvi a loro, ma tenete ben presente una cosa: l’importante non è che i bambini eseguano correttamente il compito che gli viene affidato, per quello ci siete voi. L’importante è che i bambini vivano l’esperienza come un gioco.
Alimenti buoni e divertenti
Ci sono alcuni alimenti che si prestano particolarmente bene al coinvolgimento dei bambini, perché sono sicuri, commestibili, modellabili, e adatti alla preparazione di tante ricette.
Tra tutti vale la pena citare:
- Riso
- legumi
- farina
- formaggio
- prosciutto cotto
- carote, cetrioli e finocchi
- tutte le altre verdure cotte
- pangrattato
- frutta
Non a caso, durante le gli appuntamenti del nostro progetto FAMIGLIE IMPASTA, proponiamo a genitori e bambini la preparazione di maki sushi a base di verdure, formaggio e tonno. Si tratta di tutti ingredienti ampiamente commestibili, già cotti e modellabili. Con il riso si possono preparare supplì e arancini, con le verdure si possono fare le polpette, con la farina si possono preparare delle gustose piadine da farcire a piacimento e poi da cuocere in forno.
Man mano che i bambini crescono gli si possono sottoporre alimenti diversi accompagnati da adeguate raccomandazioni, ad esempio uovo crudo, carne macinata, petti di pollo da impanare, facendo attenzione che non vengano assaggiati.
Il rapporto è servito
C’è un altro punto fondamentale che rende particolarmente significativa per genitore e figlio l’esperienza di condividere la preparazione di una pietanza, ed è il rafforzamento del rapporto. In questo gioco sia genitori che bambini hanno un ruolo preciso, dei compiti, e un obiettivo da portare a termine, e la parola d’ordine è fiducia.
Il genitore esplora e scopre le potenzialità del bambino, così da imparare quali sono i lavori che sarà in grado di portare a termine, quelli che lo divertiranno semplicemente, o quelli che lo manderanno in confusione. Proprio in virtù della fiducia alla base del rapporto, il genitore decide quindi di lasciar fare, supervisionando, magari indirizzando con le parole, ma intervenendo il meno possibile, e solo in caso di richiesta.
Il bambino dal canto suo, forte della fiducia che percepisce, impara a fidarsi di quanto dice il genitore, impara ad ascoltare, e conosce meglio i propri limiti. Un bambino che viene aiutato meno, è un bambino che impara a chiedere aiuto da solo, quando ha bisogno.
Scoprirete dopo un po’ di tempo che insieme alla cena avrete dato un bel po’ di sapore anche al vostro rapporto. Ricordate sempre, però, che l’obiettivo è lavorare insieme, giocare, non preparare gli arancini più buoni del quartiere, e la cosa più difficile, molte volte, è proprio quella di tenere il punto su questo concetto, facendosi una risata se poi il risultato non è quello che ci si aspettava. I bambini non fanno fatica a fare le cose solo per divertirsi, noi adulti, purtroppo, sì.
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